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Radio Centro Idea Live
L'Arca di Noè, terzo viaggio... 3 ottobre giornata della Memoria Paolo Parnasi e Paolo Pioppini
articolo a cura della Redazione Radio Centro Idea
Con il ritrovamento del corpo senza vita di Giulia Cecchettin – la ragazza scomparsa sabato scorso con l’ex fidanzato – sono 83 i femminicidi commessi in Italia da inizio anno: quasi uno ogni quattro giorni.
Questo scrive il Fatto Quotidiano stamattina. In realtà sul totale di 285 omicidi, 102 vittime sono donne. Fra queste 83 sono attribuibili a casi di femminicidio di cui 53 per mano di partner o ex partner, quei bravi ragazzi che uccidono – come li definisce l’Avvenire – ragazzi che non conoscono l’Amore.
Allora insegniamoglielo. Ma dove e quando? In famiglia ? In parrocchia? E perché non a scuola? Quante volte parliamo della scuola come primo luogo ove riproporre un nuovo modello educativo che possa anche dedicarsi ad un nuovo senso civico da conquistare per la convivenza civile. E se si vuole tutti – come spesso gridano i conservatori e i cattolici – riproporre un modello familiare sano e/o comunque un modello che equilibri diritti e doveri nell’ambito di una vita di coppia bisogna essere da esempio ai giovani. In primis raggiungendo quella parità di genere che ancora è troppo lontana dal realizzarsi e constestualmente superare il modello patriarcale che oggi produce solo squilibri e senso di inadeguatezza soprattutto negli uomini che da generazioni sono stati abituati a comandare, a possedere, ad essere e fare solo gli uomini cancellando anche la parte femminile che è in ognuno di noi. Da qui ancora gli squilibri che non ci fanno accettare come normale la diversa sessualità di ognuno di noi. Sappiamo che l’eterossesualità non è l’unico modo di vivere la propria sessualità, il modello dell’uomo che lavora e porta i soldi a casa è superato ma ancora non del tutto se non si consente alla famiglia di poter avere dei figli condividendo situazioni lavorative più complesse. E l’Amore, come scrive giustamente Avvenire, cos’è l’Amore con la A maiuscola? Fare sesso alle medie o al liceo a 14 anni? Oppure provare ogni forma di trasgressione sessuale? Oggi le piattaforme digitali ed i social consentono di conoscere velocissimamente ciò che negli anni’ ’80 e ’90 era fruibile sono in videocassetta oppure su giornaletti pornon che ti vergognavi ad acquistare in edicola. Ma siamo sicuri che questa velocità di apprendimento consenta a i nativi digitali di essere pronti a vere relazioni di coppia e di amore?
Mi torna in mente il famoso monologo di Robin Williams che -di fronte al tuttologo genio-ribelle Will Hunting, gli chiede se veramente avesse mai amato.
Certamente Filippo Turetta non amava Giulia, non l’ha mai amata. A lui probabilmente non è stato insegnato ad amare. Lungi da noi giudicare la sua famiglia ed i suoi educatori. Anche lui – in assoluto – è una vittima di questa società. Oggi piangiamo Giulia e saremo vicini alla sua famiglia, ai suoi amici. Ma domani di nuovo dobbiamo renderci conto che sono i Bravi ragazzi ad uccidere, non cerchiamo mostri altrove quando ce li abbiamo a casa nostra.
Massimiliano Montenz
Scritto da: Massimiliano Montenz
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