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Radio Centro Idea Live
L'Arca di Noè, dodicesima tappa Paolo Parnasi e Paolo Pioppini
Ama e ridi se amor risponde
Piangi forte se non ti sente
Dai diamanti non nasce niente
Dal letame nascono i fior…
L’11 gennaio 1999 moriva a Milano a causa di un carcinoma polmonare, e circa un mese prima del suo cinquantanovesimo compleanno, Fabrizio De André, “fra i più importanti e poetici cantautori italiani“.
Insieme a Bruno Lauzi, Gino Paoli, Umberto Bindi, Giorgio Calabrese e Luigi Tenco, fece parte del movimento culturale e artistico della “scuola storica genovese”.
Il primo strumento musicale che imparò a suonare fu il violino (aveva appena 8 anni quando iniziò a prender lezioni), ma ben presto preferì la chitarra, regalatagli – la prima – dalla mamma Luigia.
Dopo aver preso la maturità classica, si iscrisse a varie facoltà: Lettere, Medicina, e infine Giurisprudenza, ma decise di non proseguire con gli studi, lavorando per qualche anno come impiegato, e nel frattempo iniziò a scrivere le sue prime canzoni.
La ballata del Miché è il suo primo brano, che scrisse assieme a Clelia Petracchi nel 1960: ispirato a un fatto di cronaca, racconta la storia di un uomo che, immigrato a Genova dal meridione, viene poi incarcerato per omicidio e infine si uccide per amore.
Nelle sue canzoni Faber (come amava chiamarlo il suo amico Paolo Villaggio) prediligeva raccontare, con una buona dose di ironia e disincanto, le storie degli ultimi, tra ribelli, drogati, alcolizzati, prostitute e reietti, da sempre al centro della sua poetica.
Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria/Col suo marchio speciale di speciale disperazione/E tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi/Per consegnare alla morte una goccia di splendore/Di umanità, di verità (…) Ricorda Signore questi servi disobbedienti/Alle leggi del branco/Non dimenticare il loro volto/Che dopo tanto sbandare/È appena giusto che la fortuna li aiuti. (Smisurata preghiera)
Oggi la sua città natale, Genova, gli renderà tributo così: dalla filodiffusione di via Garibaldi – “la rinascimentale ‘strada nuova’ o ‘via aurea’ dove si affacciano i Palazzi dei Rolli patrimonio dell’umanità Unesco, e vicino ai ‘caruggi’, i vicoli del centro storico genovese dove sono ambientate molte delle sue canzoni” [l’Adige.it] – sarà trasmessa una playlist con i suoi brani più iconici.
Queste le parole del Sindaco Marco Bucci:
“Per l’intera giornata in via Garibaldi risuoneranno le canzoni di Faber, un atto doveroso per celebrare la figura del cantautore genovese. Una musica che allieterà il passaggio di genovesi e turisti nel cuore della città. Un omaggio a un personaggio che Genova non potrà mai dimenticare“.
Di seguito, un video in cui De André canta Via del campo live al Teatro Brancaccio nel 1998 (si trattò di uno dei suoi ultimi concerti).
Anche la Fondazione Fabrizio De André Onlus, assieme a Sony Music Italia, ha deciso di omaggiare De André con un progetto dal titolo Way point. Da dove venite… dove andate?, che si svilupperà lungo tutto l’arco del 2024 con una serie di iniziative, volte soprattutto a consegnare alle nuove generazioni l’eredità artistica e culturale del cantautore genovese. Per esempio, è prevista la navigazione completa nella sua discografia con la ristampa – in versione LP nero 180 gr e CD – di tutti i suoi dischi in ordine cronologico.
Fonte immagine in evidenza: https://it.wikipedia.org/wiki/Fabrizio_De_Andr%C3%A9#/media/File:Fabrizio_De_Andr%C3%A9_1977.jpg
Scritto da: Skatèna
Aut. SIAE n. 15084/2024
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