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Editoriale

2 Giugno, festa della Repubblica, in un mondo che non trova più la Pace

todayGiugno 2, 2024 47

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Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, al concerto al Quirinale per le celebrazioni della festa ha ribadito il su No alla sicurezza a detrimento dei diritti e all’assenza di conflitti in cambio di sottomissione, aveva poco prima ribadito che la responsabilità di aver riportato la guerra in Europa deve essere attribuita unicamente a Mosca.

E’ indubbio che la celebrazione per il 78esimo anniversario della nascita della Repubblica, non possa essere vissuta serenamente dal paese Italia.

Allo stesso tempo le prossime elezione per eleggere i rappresentanti del Parlamento Europeo dei prossimi 8 e 9 giugno potranno (dovranno) essere un’opportunità per cambiare gli assetti politici di un mondo che in questi ultimi anni (dalla pandemia ad oggi) non ha saputo incidere nei cambiamenti necessari ai cittadini. I cambiamenti climatici, nuovi e vecchi (pericolosi) conflitti, crisi del capitalismo, nuovi sistemi di welfare, sono tutte tematiche che aspettano risposte e che l’Europa – una volta fulcro culturale e politico del mondo – dovrebbe affrontare con maggior slancio e lungimiranza.

Per tornare a noi, l’Italia è da troppo tempo ai margini delle politiche europee e se oggi la stessa Europa conta meno a livello globale, il nostro paese torna ad essere sempre più periferia del mondo che conta. Non serve (è il nostro modesto parere) partecipare ai grandi meeting del mondo che conta (G8 e G20) se non si hanno idee chiare sul futuro. La difficoltà a risolvere problemi interni (assenza di una programmazione industriale di ampio respiro, problemi relativi alla sicurezza sul lavoro, la sanità e sistema pensionistico in crisi, scuola ed università ancora ai margini delle politiche nazionali) non ci conferiscono autorevolezza agli occhi dei partner importanti del mondo.

La stessa parità di genere ancora realmente da raggiungere nei fatti (in Messico le prossime presidenziali vedranno fronteggiarsi due donne) se la mettiamo in relazione con la crisi demografica e l’assenza di politiche per la famiglia, ci consentono di confermare un quadro ancora deludente sul piano dei diritti fondamentali delle persone.

Pur trascurando l’ultimo scivolone del nostro Papa Francesco (capo di Stato estero che però vive e professa in Italia) si conferma come a tutti i livelli anche da noi una larga parte della intellighènzia non ha nessuna intenzione di riconoscere pari dignità e diritti a tutti gli esseri umani.

A poco – se pur importanti – sono servite le elezioni in primis di Giorgia Meloni a capo della Presidenza del Consiglio e di Elly Schlein a capo della segreteria del Partito Democratico.

Questo 2 giugno quindi passa, a nostro avviso, senza che problemi grandi e piccoli abbiano ancora trovato una strada risolutiva certa, frutto di un pensiero umano, culturale e politico sensato.

Per rispondere al nostro Presidente, in definitiva, crediamo sia corretto aggiungere che entrambe le guerre a noi vicine sia geograficamente che politicamente, non si possono considerare frutto di decisioni politiche dell’ultima ora. Ad entrambi i conflitti ci si è arrivati (forse anche spinti) per politiche miopie e talvolta volute che ci hanno visti spettatori colpevoli e distratti.

Ai cittadini – augurando loro buona Festa – non possiamo rimproverare di non essersi messi a disposizione (vedere l’accoglienza verso la popolazione ucraìna) , semmai suggeriamo maggiore attenzione nella fruizione di notizie che spesso arrivano solo da una direzione, distogliendo tutti dalla capacità di riflessione autonoma.

Buona Festa.

articolo a cura della redazione, Massimiliano Montenz

Scritto da: Massimiliano Montenz

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